Descrizione
REF.VALERIA
La ARCO IMMOBILIARE LUXURY propone la vendita nello storico Palazzo Doria D’Angri di Napoli, in Piazza VII Settembre, prestigioso immobile di mq.140, 4 stanze e tre bagni, ottime rifiniture, posto al terzo piano con ascensore, con ampio terrazzo di 100 mq. e solarium panoramico. Attualmente adibito a struttura ricettiva €1.400.000. Il proprietario venderebbe anche l’altro appartamento di mq. 130 per € 1.100.000. L’intera soluzione immobiliare di classe A2 di 270 mq. si vende a € 2.500.000.
L'edificio fu eretto su commissione di Marcantonio Doria su due precedenti abitazioni cinquecentesche acquistate dal principe nel 1749 una e nel 1755 l'altra. Nel 1760 venne demolito il complesso più grande preesistente, ma in quell'anno il Doria morì e l'idea di realizzare il palazzo di famiglia passò perciò al figlio Giovanni Carlo che incaricò del progetto l'ormai anziano Luigi Vanvitelli.
Avviati i lavori, dopo la morte del Vanvitelli avvenuta nel 1773, i progetti passarono a Ferdinando Fuga prima, poi a Mario Gioffredo e infine a Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi, a cui si deve sostanzialmente la configurazione attuale dell'edificio.
L'Ingresso di Garibaldi a Napoli di Franz Wenzel Schwarz, dal quale si vede l'originale facciata del palazzo prima dei danni subiti durante la seconda guerra mondiale
Nel 1778 i lavori si fermarono poiché una parte del fabbricato in costruzione usciva lievemente dal lotto originario: ciò causò una lite con il marchese Polce che aveva un terreno in fitto in quel punto. Il Doria ottenne da lì a poco comunque quel suolo così da completare il prospetto del palazzo apponendovi le quattro colonne del portale.
Durante la costruzione si ebbe l'idea di realizzare anche un portale laterale che dava su via Toledo, ma i lavori si fermarono alla sola progettazione da parte dell'ingegnere Gaetano Buonocore. Di fatto un secondo ingresso fu posto invece nella facciata posteriore dell'edificio, di fronte al monumentale palazzo Carafa di Maddaloni.[2] Ulteriori interventi furono poi fatti intorno al primo trentennio dell'Ottocento da Antonio Francesconi, attivo in quel periodo anche nell'altro edificio di famiglia, villa Doria a Posillipo, il quale adattò gli ambienti all'uso abitativo.
Nel 1860 il palazzo divenne famoso perché il 7 settembre Giuseppe Garibaldi annunciò dal balcone dello stesso l'annessione del Regno delle Due Sicilie a quello d'Italia.[1]
Nel 1940 la notevole collezione di Marcantonio Doria conservata nel palazzo, che comprendeva ceramiche, arti applicate e dipinti, tra cui alcuni di Van Dyck, Rubens ed il Martirio di sant'Orsola di Caravaggio,[1] fu scompattata e venduta all'asta; in questa occasione la tela del Merisi fu acquistata dalla banca commerciale italiana esponendola nella storica sede napoletana di palazzo Zevallos. Durante la seconda guerra mondiale il complesso subì alcuni danneggiamenti, soprattutto nella parte superiore della facciata principale, perdendo così sei delle otto sculture che abbellivano il cornicione superiore dell'edificio e il grande stemma nobiliare della famiglia Doria posto sopra il finestrone del piano nobile. Le decorazioni delle sale interne al piano nobile, invece, sono in gran parte scampate ai bombardamenti.